Questa mattina, come ogni mattina, arrivando in ospedale vedo un piccolo ma costante gruppo di persone appollaiate sul marciapiede a protestare contro l’aborto. Ogni volta che ci passo vorrei fermarmi e dirgli di andarsene, poi penso alla libertà di parola che è per tutti e vado avanti pensando a quanto cercano di portarci indietro.
La donna ha iniziato a votare solo nel 1946 cioè meno di un secolo fa, il diritto a divorziare è stato introdotto nel 1970 e il diritto all’aborto nel 1978, dopo mille lotte.
Le donne prima del 78 abortivano rischiando di morire. Dopo potevano abortire Enza più morire . È stata data alle donne la libertà di scelta. Non sta a nessuno giudicare una scelta che comunque è sempre sofferta.
Mi sono fermata e ho pensato a quanto disuguaglianza c’è ancora tra uomo e donna. Le donne devono lottare per tenersi il posto di lavoro o mentire di non essere incinta o di non voler figli per poter lavorare. Lavorare per una donna è libertà, sì libertà di potersene andare da un uomo violento perché autonome e non rischiare la vita ogni volta che entrano in casa.
Riguardo quel pugno di mosche di persone con i cartelli al collo, mi auguro che la gente veda persone che protestano contro i diritti delle donne. Dobbiamo preservare la libertà di scelta di ogni individuo e per farlo non dobbiamo smettere di lottare, per non tornare indietro.
