Oggi primo giorno di scuola, alcuni ritornano nella stessa scuola un anno più avanti, altri cominciano una nuova scuola. Per tutti inizia una nuova avventura. Voglio dedicare a insegnanti e studenti queste bellissime parole di un prof di filosofia Mario Di Giovanni.
“Sapere aude”
è il monito illuministico di kant, ripreso da Ivano Dionigi, che vorrei campeggiasse all’ingresso di ogni scuola che finalmente riapre.
“Osa sapere”, allora ricominciamo dalla scuola, non abbiamo alternative.
dopo gli incerti e ambigui esiti del progetto delle tre “i”: inglese, informatica e impresa, auguro ai docenti di scommettere invece su queste tre “i”: intelligere (cogliere i problemi nella loro profondità e relazione), interrogare (educare alle domande e ai dubbi), invenire (scoprire la storia del passato e ragionare sul futuro).
i professori insomma dovrebbero non solo ‘affascinare’ con la bellezza del sapere e ‘insegnare’ a imparare per essere competenti, ma soprattutto dovrebbero ‘mobilitare’ la coscienza civile dei giovani.
la scuola, uno degli ultimi avamposti della società civile, è infatti l’unico ambito pubblico dove ogni giorno s’incontrano coetanei tra loro e con adulti.
qui si rinnova il miracolo dei nostri ragazzi, ‘il bene più prezioso della città’: sono loro che fanno la bellezza, l’unità e la speranza del nostro paese, ricco di talenti di cui purtroppo poco o niente ci occupiamo divorati dal demone della facilità, mentre il sapere invece è quel sentiero in salita ‘aspro e irto’ di cui scrive Platone.
la scuola, tutte le scuole, vorrei infine che fossero il luogo della formazione dello spirito critico, del confronto, della discussione, il contraltare di certa modernità assediata dal presente, intrappolata dall’adesso e dalla dimensione monoculturale dell’algoritmo semplificatore.
e allora auguro a tutti i docenti, e tanti di loro mi sono carissimi e sarebbe qui troppo lungo elencarli, di muovere la scuola nell’orizzonte dei fini, del tempo, del futuro, oltre i mezzi, lo spazio e il presente: buon anno audace, coraggioso e fecondo.
